Menfi DOC: vino e terroir
- Letto 14171 volteLa Denominazione di Origine Controllata Menfi: tutto quello che c’è da sapere su uno dei territori del vino più vocati ed interessanti della Sicilia.
ultima revisione: aprile 2023
A Menfi si producono vini di qualità da tempo immemore: rinomati in epoca classica, i vini della mitologica Ynicos costituiscono da venticinque secoli uno dei prodotti di eccellenza del territorio.
La coltivazione della vite, insieme a quella dell'ulivo, era già ben sviluppata al momento della colonizzazione greco-megarese di Selinunte. I ritrovamenti archeologici nelle contrade di Belìce, Casuzze-Case Nuove, Torrenova, Bonera, Cavarretto e Fiori testimoniano l'esistenza di fiorenti aziende agricole già nel VI sec. a.C. Anche dai fondali del mare di Capparrina e Porto Palo sono emersi interessanti reperti, in particolare anfore vinarie, a comprova dell'esistenza di vie d'esportazione dei prodotti della terra di Menfi.
E’ in questa lunga storia mediterranea che il paesaggio viticolo dei nostri tempi affonda le proprie radici.
DIMENSIONE DELLA DOC MENFI
La DOC Menfi è stata istituita nel 1995. Il disciplinare è stato profondamente modificato nel tempo da successivi rimaneggiamenti, fino alla sua ultima versione entrata in vigore nel 2014.
La sua zona geografica comprende tutto il territorio del Comune di Menfi e si estende su parte dei Comuni confinanti di Sciacca, Sambuca di Sicilia e Castelvetrano, per una superficie vitata di circa 3.600 ettari. Tuttavia, nonostante l’estensione complessiva dei vigneti sia molto rilevante, la superficie rivendicata dai viticoltori per la DOC è di soli 200 ettari/anno (Fonte: IRVOS). La vinificazione delle uve, ivi compresi l’invecchiamento, l’arricchimento e l’imbottigliamento, può essere effettuata nel territorio di Menfi e dei comuni confinanti, mentre l’elaborazione dei vini spumanti può essere effettuata anche fuori della zona di produzione, purché nella Regione Sicilia.
Nonostante la positiva evoluzione nel tempo, i dati relativi alla produzione di uve e vino confermano ancora la bassa incidenza del vino certificato DOC Menfi sul totale del vino prodotto in zona: nel 2018 le bottiglie hanno di poco superato le 560.000 unità, su una produzione potenziale di circa 40 milioni di pezzi.
La spiegazione è semplice: a Menfi, come accade anche in altre zone della Sicilia, la maggior parte del vino viene imbottigliata dalla Cooperativa Sociale, che al momento non ha mostrato interesse alla crescita della denominazione. Delle 9 aziende private presenti sul territorio, solo 2 produttori rivendicano attualmente la totalità delle bottiglie a DOC Menfi.
CLIMA
Il clima della DOC Menfi è di tipo mediterraneo semi-arido, caratterizzato da inverni temperati e da estati calde e asciutte (dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste).
Le precipitazioni medie annue si aggirano fra i 500 e i 600 mm, e sono in prevalenza concentrate nei mesi autunno-vernini.
La temperatura media annuale è di circa 18 °C, con un’escursione termica media annua di circa 14 °C; i mesi più caldi sono luglio e agosto, con temperature medie di 25-26 °C, mentre i mesi più freddi sono normalmente gennaio e febbraio, con temperature medie di 11,7 °C.
IDROGRAFIA
L’intera area è compresa tra i fiumi Belìce e Carboj, che scorrono in direzione Nord-Est/Sud-Ovest e rappresentano i corsi d’acqua più importanti. I rispettivi affluenti, in sinistra idrografica per quanto riguarda il Belìce ed in destra per quanto riguarda il Carboj, condizionano il reticolo di drenaggio per una parte consistente dell’area.
Tutto il territorio è caratterizzato dalla presenza di numerosi valloni, piccoli torrenti utilizzati per l’irrigazione e la regimazione delle precipitazioni in eccesso.
SUOLI ED ESPOSIZIONI
Il territorio della DOC Menfi emerge dolcemente dal Mediterraneo con ampie vallate a morfologia pianeggiante o lievemente ondulata, intervallate da formazioni argillose e calcaree che si appoggiano ad un sistema di terrazzi marini risalente a duecento milioni di anni fa. Sulle alture nord-orientali si evidenziano affioramenti dello scontro tettonico tra le zolle continentali dell’Africa e dell’Europa, a tratti interessati da fenomeni carsici e coperti in prevalenza da vegetazione naturale arbustiva ed arborea.
La complessa configurazione dei suoli, con caratteristiche chimico-fisiche molto articolate, influenza in maniera determinante la tipologia e la qualità delle coltivazioni che modellano un paesaggio ricco e variegato.
Dei sei tipi di suoli presenti nel territorio della DOC Menfi, cinque presentano caratteristiche ideali per la coltivazione della vite, e marcano profondamente i vini che vi si producono.
1. Pianure alluvionali e costiere
A ridosso delle spiagge di Menfi, dove le dune di sabbia finissima disegnano un paesaggio di eccezionale interesse naturalistico, le pianure di origine alluvionale rappresentano un’area agricola intensamente coltivata.
Sono terreni giovani, la cui formazione risale all’ultima glaciazione, emersi in conseguenza dell’abbassamento del livello del mare ed arricchiti da depositi fluviali. E’ una zona di buona fertilità, con suoli mediamente profondi a tessitura fine e ricchi di calcare, ideali per la produzione di vini bianchi fortemente espressivi.
L’influenza del mare è determinante: l’aria salmastra esercita un forte impatto sullo sviluppo della vegetazione e la frequente risalita in superficie di acque di falda ricche in sali solubili è in grado di condizionare il profilo organolettico delle uve, accentuandone la sapidità.
2. Terrazzi marini
I terrazzi sono fra le unità di paesaggio più interessanti del territorio di Menfi: emersi dal mare in epoca pleistocenica, offrono allo sguardo terreni rossi o rosso-bruni, sabbiosi, di tessitura grossolana, adagiati su un substrato ricco di scheletro costituito da ciottoli arrotondati. Sono suoli antichi e molto evoluti, di ottima permeabilità, particolarmente adatti alla coltivazione della vite, i cui filari ordinati si srotolano verdissimi e rigogliosi fin sotto ai margini del Bosco di Magaggiaro.
I vini che qui vengono prodotti sono fragranti e caratterizzati da una piacevole componente fruttata, accentuata dalla presenza degli ossidi di ferro che determinano il colore dei suoli.
3. Calcari marnosi e marne
Queste aree si concentrano nella parte settentrionale del territorio di Menfi, prevalentemente in contrada Genovese, e sono caratterizzate da versanti lunghi ed ondulati con suoli in genere poco profondi, in un’alternanza ritmica di marne e calcari marnosi detti “trubi”.
Il colore del terreno è biancastro, con matrici verde oliva molto chiare e di tessitura solitamente finissima, dove vigneti e uliveti crescono quasi in assenza di depositi organici. Marcata è l’influenza sui vini: questa tipologia di suoli tende a rallentare la maturazione delle uve, alle quali regala profumi intensi e variegati, una buona struttura ed un elevato grado zuccherino, tutti elementi che influenzano positivamente la longevità dei vini.
4. Colline e versanti argillosi
Risalendo dal mare verso l’interno, il profilo dei terreni si curva e si arrotonda: sulle colline dai dolci pendii i suoli sono profondi, dalla tessitura fine e con una buona componente argillosa. Sono i terreni più caldi, da cui l’umidità evapora molto rapidamente soprattutto nella stagione estiva: ecco quindi apparire fratture e crepe verticali, anche molto profonde, che richiedono al viticoltore una gestione sapiente della risorsa idrica e richiedono una particolare oculatezza nella scelta delle varietà più resistenti a lunghi periodi siccitosi.
Questo ambiente è idoneo alla coltivazione di vitigni che riescono a raggiungere concentrazioni molto elevate di polifenoli: i vini di queste terre sono caratterizzati da intense pigmentazioni, da un complesso corredo aromatico e da buoni livelli di alcolicità.
5. Depositi lacustri e fluvio-lacustri
Questi suoli caratterizzano in prevalenza l’area a ovest del Lago Arancio, che appartiene alla DOC Menfi ma che dal punto di vista amministrativo si trova in territorio di Sambuca di Sicilia. Hanno un andamento sub-pianeggiante o comunque poco pendente, e si sono formati a partire da antichi depositi lacustri degradatisi nel tempo. I terreni di questo sistema di paesaggio sono profondi, di fine tessitura e scarsamente dotati di scheletro.
Grazie alla notevole concentrazione di calcare negli strati immediatamente sottostanti la superficie lavorata, i vini che qui si producono sono caratterizzati da buona acidità, elevata finezza aromatica ed eccellente qualità complessiva.
6. Calcari compatti e calcareniti
Sono aree costituite da versanti montani, calcarei dolomitici o calcarenitici, in linea di massima molto rocciosi: si tratta solitamente di terreni incolti, utilizzati a pascolo naturale o lasciati a bosco.
Ciò che l’uomo non utilizza a scopi agricoli la Natura domina, incontrastata. Il Bosco di Magaggiaro e della Risinata sono aree naturalistiche di grande interesse: ospitano una vegetazione mediterranea di lecci, roverelle e palme nane, rose canine e roveti, ginestre e capperi ed erbe spontanee. Fauna migratoria e stanziale trova qui un ambiente ospitale e protetto: nel cielo falchi e germani, aironi e cicogne, e infinite tipologie di rondini, rondoni, passeri, alzavole, beccacce, allodole, tordi; nel sottobosco il coniglio selvatico e la lepre, la volpe, l’istrice e la donnola.
VITIGNI COLTIVATI
Menfi è da sempre un territorio di sperimentazione viticola, e i vitigni che qui si coltivano sono diverse decine. E' per questa ragione che nel disciplinare della DOC Menfi sono state inserite ben 26 varietà di uve fra autoctone, italiane ed internazionali. Un'ampiezza a mio avviso eccessiva, che riflette le scelte produttive, a volte dettate da mode passeggere, dei viticoltori menfitani.
E così, accanto agli internazionali "classici" come Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah, che sono stati introdotti negli anni '80 e '90 al tempo in cui si produceva prevalentemente vino sfuso da piazzare sui mercati del Nord Italia, troviamo innesti più spregiudicati e forse meno giustificabili: Chenin Blanc, ad esempio, oppure Sauvignon, Cabernet Franc e Pinot Nero. Ovviamente, da nessuno di questi ultimi è mai stata prodotta una sola bottiglia di vino a denominazione Menfi, almeno a mia memoria.
Le varietà autoctone più antiche ed interessanti appartengono al periodo fenicio e selinuntino: dallo Zibibbo all'Inzolia, passando per il Catarratto, il Grecanico e il Perricone, queste varietà costituiscono il patrimonio ampelografico più tipico e identitario.
Di origine araba il Damaschino, oggi coltivato prevalentemente nel marsalese e dunque nella parte più occidentale della DOC Menfi, di origine spagnola l'Alicante nero.
L'introduzione del Nero d'Avola e del Grillo appartiene, invece, ad un'epoca più recente. Il Nero d'Avola, nativo della Sicilia Orientale, è stato introdotto a Menfi intorno agli inizi del '900; il Grillo, un ibrido di Zibibbo e Catarratto creato da Antonio Mendola nel 1873, è arrivato poco dopo. Entrambe le varietà hanno iniziato ad avere una buona diffusione nel territorio solo negli ultimi 20 anni.
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CARTA DEI SUOLI DELLA DOC MENFI
OSSERVATORIO SULLA DOC MENFI: RAPPORTO 2023
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