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Andare alle fiere del vino, o semplicemente alle degustazioni tecniche che si svolgono di frequente soprattutto nelle grandi città, è quasi un obbligo per i professionisti del vino, ma può essere un’esperienza molto interessante anche per i semplici curiosi. Qui vi do alcuni consigli *dal punto di vista del produttore*, che possono essere utili soprattutto a chi da poco si sta avvicinando al vino, e vuole saperne di più.

Grazie al vino viaggio spesso, e in luoghi differenti fra loro. Più spesso frequento luoghi in cui la cultura del vino è consolidata, ma vado anche a fiere ed eventi dove incontro molti curiosi che non hanno grande esperienza, né hanno mai incontrato un produttore “dal vivo”.
Parlare con il produttore, comprendere la sua filosofia e il suo lavoro, immergersi nella degustazione di terroir differenti è un bel modo non solo per avvicinarsi ad una cultura che si è sviluppata nel corso dei secoli, ma anche per trascorrere ore molto piacevoli, soprattutto se in compagnia di amici che condividono una nascente passione per il vino.

La prima cosa da tenere a mente è che non è indispensabile essere un esperto per godersi una degustazione, o una buona bottiglia: basta seguire alcune semplici regole, e soprattutto aprire il gusto e la mente a nuove esperienze.

 

1) Non aver paura del linguaggio tecnico

Produttori e professionisti del settore usano spesso un linguaggio infarcito di termini tecnici, il che va bene finché parlano fra loro. Il problema si pone quando usano lo stesso slang parlando con chiunque.

Partiamo dunque dal presupposto che non c’è nulla di male a non sapere cosa sia un rimontaggio, o un dèlestage. Non solo: non c’è bisogno nemmeno di saperlo per poter apprezzare il vino. Non capisci qualcosa? Chiedi: il vino non è complicato! E’ semplicemente una bevanda fatta con la frutta, e gli uomini fanno il vino da molto prima di inventare la tecnologia, le descrizioni organolettiche e tutte le classificazioni tecniche e scientifiche che si sono sovrapposte nel tempo alla semplicissima arte di fare il vino.

 

2) Usa un corretto codice olfattivo

No, non sto parlando di fare la doccia prima di uscire di casa per infilarsi in una stanza piena di gente :) Ti sto solo dicendo che profumi, deodoranti, fragranze di ogni sorta non dovrebbero essere percettibili perché disturbano la degustazione: la tua e quella delle persone che ti stanno intorno.
Se vuoi goderti il vino, ricordati che gli odori – e i profumi – che indossi non dovrebbero mai sovrastare quelli che hai nel bicchiere.

 

3) Sii curioso

Spesso incontro persone che si sentono a proprio agio solo quando percorrono strade conosciute, e alle degustazioni sento frasi del tipo: a me piacciono i rossi - oppure – i rosati proprio non li sopporto - ovvero – bevo di tutto ma non lo Chardonnay (o il Merlot, o Qualunque Altra Cosa).

Però ci sono milioni di vini al mondo che non hai ancora provato, e centinaia di vitigni di cui non hai mai sentito parlare. E anche se magari hai assaggiato decine di vini fatti con una data varietà di uva, stai pur certo che la stessa varietà avrà un’altra espressione se coltivata in una regione diversa, perché rifletterà non solo il carattere varietale di quella tipologia, ma anche il terroir e l’interpretazione del produttore.

Ogni vino può offrire una bellissima esperienza o una pessima esperienza a seconda di molti fattori: il tuo gusto personale, il cibo che stai mangiando, il tuo umore del giorno, ma di sicuro non saprai mai se questo o quel vino potrà davvero piacerti se non l’avrai prima assaggiato.
E allora, perché rinunciare a scoprire qualcosa che ancora non conosci e ad allargare i tuoi orizzonti vinosi?

 

4) Dai sempre al vino una seconda chance

E quindi adesso, basandoci su quanto ti ho detto al punto precedente, hai davanti a te un nuovo universo di vini da scoprire: perché dovresti decidere di degustare qualcosa che hai già assaggiato in passato e che allora non ti era piaciuto?

Beh, perché a meno che tu non abbia vinto il Campionato del Mondo dei Sommelier (ma probabilmente anche in quel caso) dovresti sempre dare al vino una seconda chance! Il vino cambia nel tempo e col tempo: la stessa annata sarà diversa dopo qualche mese di affinamento, e molto spesso i vini più complessi e strutturati miglioreranno negli anni.

Un’annata diversa dello stesso vino di sicuro ti regalerà diverse sensazioni. Soprattutto nel caso in cui hai in mano una bottiglia di vino artigianale, naturale o biodinamico, non aspettarti nemmeno l’assoluta linearità gustativa fra una vendemmia e l’altra: specifiche condizioni climatiche e cambiamenti anche impercettibili nel microcosmo delle vigne hanno un impatto enorme sulla personalità delle uve, che i vignaioli di solito si impegnano a non alterare o manipolare.

 

5) Evita i clichés

Fare in modo di semplificare la grandiosa complessità del vino per renderlo più comprensibile ha un rovescio della medaglia: significa perdere di vista i dettagli – che è poi dove sta la magia del vino.

Mettiamola così: il vino è fatto per la maggior parte di acqua, fra il 12 e il 14% di alcool (raramente di più), una piccolissima parte fra l’1 e il 2% di parti solide, acidi ed altre sostanze analizzabili. Somma tutto finché non arrivi al 99%: nell’1% che manca, lì sta la magia del vino.

Qualunque descrizione o punteggio in centesimi tu possa trovare sulle guide o negli articoli di critica vinosa non fanno altro che semplificare le impressioni di colui (o colei) che ha degustato il vino, in maniera che queste impressioni possano essere comprese dai lettori. Incasellare il vino all’interno di categorie standard – fruttato, secco, erbaceo, tannico, fresco – darà sicuramente alcune importanti indicazioni di massima sulle caratteristiche di quel vino, ma non sarà sufficiente a descriverne la personalità, tantomeno a cogliere la sua essenza profonda.

Il mio consiglio? Qualunque cosa tu stia assaggiando, prova ogni tanto a infrangere le regole, e cerca sempre quell’1% di magia. Sari il primo a sorprenderti di cosa i tuoi sensi ti sveleranno

 

6) Ascolta i consigli, ma fidati del tuo palato

Premi, punteggi e recensioni sono importanti: ti offrono informazioni rilevanti su ciò che puoi aspettarti da una bottiglia di vino che non conosci, soprattutto se stai per acquistarne una parecchio costosa.

Ma, c’è sempre un ma, ogni palato è differente. I più esperti degustatori ti possono dare buoni consigli, ma non potranno mai garantirti che quello che stai per bere ti piacerà davvero. Molto spesso trovo vini buonissimi nel range dei 78-88 punti, e solo raramente sono stata delusa da vini che non hanno alcun punteggio, o premio, o recensione.

Fidati del tuo palato: coccolalo il più delle volte, educalo con pazienza e perseveranza, e non dimenticarti di dargli, qualche volta, anche delle botte vicine al disgusto. Diventerà la tua guida più influente, l’unica della quale potrai sempre fidarti.

 

7) Rilassati

Hai comprato una bottiglia di vino che non ti piace? Hai buttato un’intera giornata per andare a una degustazione che non ti ha entusiasmato? Sei profondamente deluso perché il tuo amico, quello esperto, quello che di solito ti dà le dritte giuste, stavolta ha cannato di brutto?

Rilassati: in fondo, è solo vino!

 

Tags: fiere del vino, degustazioni

ALBAMARINA IN BREVE

ALBAMARINA IN BREVE

Vitigno: Grillo, Vigne del Pozzo
Suolo: argilloso, fertile e profondo, ricco di minerali, quasi totale assenza di scheletro
Vigneto: impianto 2017, allevamento a controspalliera, Guyot
Vinificazione: macerazione sulle bucce per 4 giorni, imbottigliamento manuale in corso di fermentazione
Fermentazione alcolica: spontanea, con lieviti selvaggi; inizia in acciaio e si completa in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica
Fermentazione malolattica: spontanea, completamente svolta
Affinamento: in bottiglia sui sedimenti fino al momento della stappatura
Produzione media: circa 2.000 bottiglie/anno

Scarica la scheda tecnica

VINIFICAZIONE

Alba marina è un vino frizzante ottenuto secondo il metodo ancestrale.
Le uve sono coltivate in Tenuta Belicello secondo i principi dell'agricoltura biodinamica.

Il Grillo viene raccolto alla fine di Agosto, in anticipo rispetto alla piena maturazione, per preservare la sua naturale acidità e gli aromi più freschi ed intensi tipici del vitigno.
Dopo la vendemmia le uve sono portate in cantina, immediatamente diraspate ed avviate alla fermentazione spontanea in anfora. Le bucce rimangono a contatto con il mosto per circa 4 giorni. Dopo la pressatura soffice, il mosto continua a fermentare in acciaio ad una temperatura di circa 20-22 °C per un'altra settimana. 
Non appena raggiunti 9-12 grammi di zuccheri residui, il vino viene imbottigliato in coda di fermentazione, che termina in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica.

Per consentire lo svolgimento completo della fermentazione in bottiglia non vengono aggiunti solfiti né alcun altro additivo enologico.
Nessun controllo è ovviamente possibile dopo l'imbottigliamento: ogni bottiglia potrebbe essere diversa dalle altre, poiché ciascuna fermentazione termina per conto suo, e ciascuna bottiglia è, potenzialmente, una sorpresa :) 

ABBINAMENTI

Alba marina non è sboccato, quindi tutto il sedimento è presente in bottiglia.

Grazie alla fermentazione spontanea e all’affinamento sui lieviti, rivela un corredo aromatico intenso e molto particolare: ha un colore giallo dorato intenso, molto velato perché ancora sui suoi lieviti. La spuma è lieve, caratterizzata da bollicine molto piccole ma persistenti, dovute alla fermentazione avvenuta con metodo ancestrale. Il naso è fragrante, di frutta gialla ed erbe mediterranee, con un intenso finale di crosta di pane. La bocca è snella, morbida e sapida.

Si abbina con aperitivi e antipasti di pesce, crostacei e conchiglie crude, affettati e affumicati di mare.


TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8 - 10 °C
Lo si può bere "cloudy", ossia con i suoi lieviti, facendo attenzione a non agitare troppo la bottiglia e a lasciare sul fondo i residui più spessi, oppure si può procedere alla sboccatura se si preferisce un sapore più pulito e diretto. Per facilitare la sboccatura, la bottiglia va tenuta un paio di giorni in frigo, in posizione capovolta, per consentire ai sedimenti di raccogliersi nel collo della bottiglia.

 

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