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Degustazione Dietro le Case con l'AIS di Catania
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L'inzolia è un vino siciliano che ha ottime potenzialità di affinamento: e questa verticale di Dietro le Case lo dimostra.

Splendida serata quella di venerdì scorso con gli amici dell’AIS!

Abbiamo presentato una verticale di Dietro le Case dal 2006 al 2010 che ha fatto molto discutere ed ha appassionato tutti: l’Inzolia, infatti, è considerato da molti un vino “molle”, a volte banale, che mal sopporta la prova del tempo. Quindi ho voluto mettere alla prova noi e i nostri amici, per verificare se è realtà o pregiudizio quello che circonda questo (secondo me) splendido vitigno.

Le note che seguono sono un breve sunto di quanto è stato detto durante la degustazione, e le ho scritte cercando di sintetizzare i commenti che sono stati fatti sui vini.

Verticale di Dietro le Case

Dietro le Case Menfi DOC 2006: prima annata di produzione. Sei vendemmie fa abbiamo deciso di vinificare separatamente le uve del vigneto di Inzolia più vecchio, quello piantato appunto dietro le case di Belìce, perché pensavamo che l’unicità dei cloni e l’età stessa delle viti meritavano un’etichetta tutta loro, e alla lunga sono felice di questa scelta.
Il colore dorato, carico e luminoso, ne rivela l’età, tra l’altro portata benissimo. Il naso è intenso, integro, ricco di aromi terziari di frutta secca. Il sorso è lungo, ampio, persistente. Gli abbinamenti suggeriti sono paté e formaggi.

Dietro le Case Menfi DOC 2008: annata calda, simile per andamento climatico alla 2006. Il colore è giallo dorato, meno carico del precedente ma ugualmente intenso. Un olfatto di ginestra matura e di fieno ha sorpreso molti. Il vino è decisamente più fresco: una grande sapidità, ancora maggiore della 2006, lo rende perfettamente godibile e facilmente abbinabile a primi piatti di pesce.

Dietro le Case Menfi DOC 2007: un passo indietro, dovuto al fatto che l’annata, climaticamente molto più fresca delle precedenti, ha rallentato l’evoluzione del vino, che appare più giovane del 2008. La freschezza però paga pegno all’intensità: sia per il colore, sia per il naso, più fine e delicato. Il corpo agile, asciutto, soffre in persistenza.

Dietro le Case Menfi DOC 2009: molto simile alla 2007 (anche l’andamento climatico dell’annata ha ricalcato quella di due anni prima), è però più brillante alla beva. Il naso è fine, di erbe e di salmastro, con note di pera bianca e fiore di mandorlo. In bocca è sapido, agile, da abbinare a pesci, conchiglie e piccoli crostacei.

Dietro le Case Menfi DOC 2010: ed eccoci alla discussione!
Il vino si discosta totalmente dai precedenti, e infatti me la ridevo un po’ sotto i baffi. Intenso, aromatico, richiama la 2006 per il calore del sorso, ma evolve al naso in decise sensazioni erbacee, richiamando la salvia e l’origano selvatico, qualcuno a un certo punto ha detto: finocchietto. Molto persistente, di grande sapidità, con una nota amarognola che netta il palato e lo lascia freschissimo, e dolce a lungo.

Mi hanno chiesto il perché questa differenza, ho risposto: la vinificazione è assolutamente identica a quella degli anni precedenti, ma a fermentare nel 2010 sono i lieviti autoctoni, per la prima volta utilizzati su tutti i vini, bianchi compresi.
A chi da ora in poi mi dirà che i lieviti autoctoni non esistono, che alla fine fermenta sempre lui, il famigerato saccharomyces cerevisiae, risponderò: provate questo vino, lui vi dimostrerà il contrario.

E ho imparato una cosa molto importante dal confronto con tutti gli amici che sono venuti a degustare, e che ringrazio tantissimo per i loro commenti e la splendida ospitalità: anticipare la vendemmia, specialmente nelle annate più fresche, non è una buona idea. L’intensità e la complessità che la vigna Dietro le Case riesce a regalarti quando l’uva è completamente matura valgono bene il rischio di perdere un po’ di acidità: ci penserà il mare a compensare con la brezza salmastra, che è la nostra più grande risorsa.

 

Tags: lieviti indigeni, degustazioni, Dietro le Case

ALBAMARINA IN BREVE

ALBAMARINA IN BREVE

Vitigno: Grillo, Vigne del Pozzo
Suolo: argilloso, fertile e profondo, ricco di minerali, quasi totale assenza di scheletro
Vigneto: impianto 2017, allevamento a controspalliera, Guyot
Vinificazione: macerazione sulle bucce per 4 giorni, imbottigliamento manuale in corso di fermentazione
Fermentazione alcolica: spontanea, con lieviti selvaggi; inizia in acciaio e si completa in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica
Fermentazione malolattica: spontanea, completamente svolta
Affinamento: in bottiglia sui sedimenti fino al momento della stappatura
Produzione media: circa 2.000 bottiglie/anno

Scarica la scheda tecnica

VINIFICAZIONE

Alba marina è un vino frizzante ottenuto secondo il metodo ancestrale.
Le uve sono coltivate in Tenuta Belicello secondo i principi dell'agricoltura biodinamica.

Il Grillo viene raccolto alla fine di Agosto, in anticipo rispetto alla piena maturazione, per preservare la sua naturale acidità e gli aromi più freschi ed intensi tipici del vitigno.
Dopo la vendemmia le uve sono portate in cantina, immediatamente diraspate ed avviate alla fermentazione spontanea in anfora. Le bucce rimangono a contatto con il mosto per circa 4 giorni. Dopo la pressatura soffice, il mosto continua a fermentare in acciaio ad una temperatura di circa 20-22 °C per un'altra settimana. 
Non appena raggiunti 9-12 grammi di zuccheri residui, il vino viene imbottigliato in coda di fermentazione, che termina in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica.

Per consentire lo svolgimento completo della fermentazione in bottiglia non vengono aggiunti solfiti né alcun altro additivo enologico.
Nessun controllo è ovviamente possibile dopo l'imbottigliamento: ogni bottiglia potrebbe essere diversa dalle altre, poiché ciascuna fermentazione termina per conto suo, e ciascuna bottiglia è, potenzialmente, una sorpresa :) 

ABBINAMENTI

Alba marina non è sboccato, quindi tutto il sedimento è presente in bottiglia.

Grazie alla fermentazione spontanea e all’affinamento sui lieviti, rivela un corredo aromatico intenso e molto particolare: ha un colore giallo dorato intenso, molto velato perché ancora sui suoi lieviti. La spuma è lieve, caratterizzata da bollicine molto piccole ma persistenti, dovute alla fermentazione avvenuta con metodo ancestrale. Il naso è fragrante, di frutta gialla ed erbe mediterranee, con un intenso finale di crosta di pane. La bocca è snella, morbida e sapida.

Si abbina con aperitivi e antipasti di pesce, crostacei e conchiglie crude, affettati e affumicati di mare.


TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8 - 10 °C
Lo si può bere "cloudy", ossia con i suoi lieviti, facendo attenzione a non agitare troppo la bottiglia e a lasciare sul fondo i residui più spessi, oppure si può procedere alla sboccatura se si preferisce un sapore più pulito e diretto. Per facilitare la sboccatura, la bottiglia va tenuta un paio di giorni in frigo, in posizione capovolta, per consentire ai sedimenti di raccogliersi nel collo della bottiglia.

 

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