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Vi siete mai chiesti da dove venga il colore del vino?
La risposta più ovvia è: dalla buccia dell’uva! Ma non è così semplice: tecnicamente, il colore del vino dipende dal tipo di fermentazione utilizzato per produrlo. 

Il colore, dunque, sta nella buccia: sbucciando un chicco d’uva, ci si accorge subito che la polpa all’interno dell’acino è bianca, qualunque sia il colore della buccia all’esterno.
In natura, per la verità, esistono alcune varietà di uva che presentano una polpa rossa, tra cui l’Alicante Bouschet e un clone molto particolare di Perricone, ma sono una rarità.

Quando le uve vengono pigiate, la polpa all’interno degli acini entra in contatto con le bucce: da qual momento in poi, il colore si trasferirà lentamente da queste ultime al mosto, che inizierà a diventare sempre più scuro. Più lunga sarà la durata della fermentazione con le bucce (chiamata anche macerazione), più scuro diventerà il colore al termine del processo.

Evidentemente, le uve bianche che hanno bucce di colore giallo o verde non potranno mai produrre vini rossi. Al contrario, le uve rosse possono produrre vini rossi, ma anche vini dal colore più chiaro, che può andare dal rosa scuro al rosa pallido, fino al bianco (ciò che i francesi chiamano “blanc de noirs”, ossia vino bianco da uve nere).

Durante la fermentazione, una delle operazioni più interessanti per la determinazione del colore del vino sono il “dosaggio” della quantità di bucce che dovranno essere macerate e la durata stessa della macerazione. Il produttore può decidere di separare le bucce immediatamente dopo la pigiatura, in modo da ottenere un mosto dal colore chiarissimo (sia utilizzando uve rosse che bianche), oppure può decidere di iniziare una macerazione: in quest’ultimo caso, estrarrà dalle bucce non solo il colore, ma anche tannini e sostanze aromatiche.

In termini tecnici, questi due tipi di vinificazione si chiamano vinificazione in bianco (quella senza bucce) e vinificazione in rosso (quella con le bucce).
Come abbiamo visto, la vinificazione in rosso è essenziale per ottenere vini rossi, ma può essere utilizzata anche per la macerazione di uve bianche: dalla vinificazione in rosso di uve bianche si ottengono vini dal colore giallo oro molto intenso, a volte tendenti all’ambra o all’arancio, che sono chiamati vini bianchi macerati, o “orange wines”.

E siccome a me piace molto giocare con i colori e le estrazioni aromatiche, produco tre vini bianchi macerati con le bucce: il Grillo Coste al Vento, Arèmi, da uve di CatarrattoAmmàno, che mi piace definire “vini rossi in abito bianco”.
La Bambina, invece, è un rosé, cioè un vino prodotto da uve rosse di Nero d’Avola fermentate senza le bucce, per ottenere un colore delicatamente ramato con sfumature color salmone.

L’infografica qui sotto descrive la relazione fra uve, tecnica di vinificazione e il colore del vino.

The color of wine infographic

 

Tags: vinificazione, infografica

ALBAMARINA IN BREVE

ALBAMARINA IN BREVE

Vitigno: Grillo, Vigne del Pozzo
Suolo: argilloso, fertile e profondo, ricco di minerali, quasi totale assenza di scheletro
Vigneto: impianto 2017, allevamento a controspalliera, Guyot
Vinificazione: macerazione sulle bucce per 4 giorni, imbottigliamento manuale in corso di fermentazione
Fermentazione alcolica: spontanea, con lieviti selvaggi; inizia in acciaio e si completa in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica
Fermentazione malolattica: spontanea, completamente svolta
Affinamento: in bottiglia sui sedimenti fino al momento della stappatura
Produzione media: circa 2.000 bottiglie/anno

Scarica la scheda tecnica

VINIFICAZIONE

Alba marina è un vino frizzante ottenuto secondo il metodo ancestrale.
Le uve sono coltivate in Tenuta Belicello secondo i principi dell'agricoltura biodinamica.

Il Grillo viene raccolto alla fine di Agosto, in anticipo rispetto alla piena maturazione, per preservare la sua naturale acidità e gli aromi più freschi ed intensi tipici del vitigno.
Dopo la vendemmia le uve sono portate in cantina, immediatamente diraspate ed avviate alla fermentazione spontanea in anfora. Le bucce rimangono a contatto con il mosto per circa 4 giorni. Dopo la pressatura soffice, il mosto continua a fermentare in acciaio ad una temperatura di circa 20-22 °C per un'altra settimana. 
Non appena raggiunti 9-12 grammi di zuccheri residui, il vino viene imbottigliato in coda di fermentazione, che termina in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica.

Per consentire lo svolgimento completo della fermentazione in bottiglia non vengono aggiunti solfiti né alcun altro additivo enologico.
Nessun controllo è ovviamente possibile dopo l'imbottigliamento: ogni bottiglia potrebbe essere diversa dalle altre, poiché ciascuna fermentazione termina per conto suo, e ciascuna bottiglia è, potenzialmente, una sorpresa :) 

ABBINAMENTI

Alba marina non è sboccato, quindi tutto il sedimento è presente in bottiglia.

Grazie alla fermentazione spontanea e all’affinamento sui lieviti, rivela un corredo aromatico intenso e molto particolare: ha un colore giallo dorato intenso, molto velato perché ancora sui suoi lieviti. La spuma è lieve, caratterizzata da bollicine molto piccole ma persistenti, dovute alla fermentazione avvenuta con metodo ancestrale. Il naso è fragrante, di frutta gialla ed erbe mediterranee, con un intenso finale di crosta di pane. La bocca è snella, morbida e sapida.

Si abbina con aperitivi e antipasti di pesce, crostacei e conchiglie crude, affettati e affumicati di mare.


TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8 - 10 °C
Lo si può bere "cloudy", ossia con i suoi lieviti, facendo attenzione a non agitare troppo la bottiglia e a lasciare sul fondo i residui più spessi, oppure si può procedere alla sboccatura se si preferisce un sapore più pulito e diretto. Per facilitare la sboccatura, la bottiglia va tenuta un paio di giorni in frigo, in posizione capovolta, per consentire ai sedimenti di raccogliersi nel collo della bottiglia.

 

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