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In Sicilia le ultime tre annate, e la 2017 in particolare, sono state certamente le più calde che io abbia mai vissuto. Temperature frequentemente sopra i 40 gradi e occasionalmente sopra ai 50, notti spesso afose, siccità prolungata. Quali sono le caratteristiche dei vini delle vendemmie calde?

Estati così non sono infrequenti in Sicilia, dove al caldo ci siamo abituati, ma di sicuro hanno messo a dura prova la capacità di resistenza dei vigneti (e della vignaiola) e mi hanno regalato una maggiore consapevolezza di cosa vuol dire fare il vino in condizioni che possono diventare estreme, e dove sempre più spesso si può parlare di viticoltura arida, ed eroica.

Chi non è abituato a bere vini del Sud – e quindi li conosce poco - spesso li giudica (mi permetto di dire, con un po’ di superficialità) vini stanchi, poco longevi, privi di freschezza, dunque non piacevoli. In realtà, come in tutte le cose belle della vita, è necessario avere una mente aperta, curiosità e spirito di confronto: solo così si possono superare i confini del già noto per potere apprezzare le caratteristiche uniche di territori molto diversi da quelli più famosi – e più presenti nelle carte dei vini italiane.

A proposito del fatto che le annate non sono tutte uguali, e che ci può essere bellezza ed equilibrio anche nei vini figli di vendemmie calde e difficili, vi posto il commento di Mario Gelfi, grande professionista e appassionato che anima in Lombardia una delle più dinamiche comunità di winelovers italiane:

“In occasione di una serata per neofiti di avvicinamento al vino, abbiamo messo in batteria la tua Bambina 2016. Non avevamo ancora avuto occasione di assaggiarla. È stata una folgorazione, una bellezza rara, come pochi altri rosati italiani prima d'ora.

La Sicilia spremuta nel calice, calda e salata, sempre in equilibrio tra la sue meraviglie e le sue contraddizioni, un attimo prima selvaggia come certi scorci degli angoli più nascosti dell'Isola, un attimo dopo elegante e signorile come i bei quartieri di Palermo, quelli che le volte che ci son passato mi hanno fatto esclamare: ma Parigi può solo invidiare!

So che è stata una produzione particolare figlia di un'annata calda e che forse non rappresenta quello che per te sono le peculiarità tipiche della Bambina (cosa che ha fatto molto discutere nella comunità vinixiana), ma a noi ha entusiasmato questa produzione che per forza della natura è andata in senso contrario e ci tenevamo a dirtelo e a farti i complimenti per questo piccolo grande capolavoro.”

 

Le annate calde ti insegnano un sacco di cose: prima di tutto, a guardare il quadro fenolico completo e all’evoluzione quotidiana dell’uva. In un’annata calda non puoi trascurare la vigna nemmeno un giorno, perché da un giorno all’altro lo stato dei grappoli (turgore, acidità, concentrazione aromatica) può variare drasticamente.

In un’annata calda non conta il vino che VUOI fare, ma quello che PUOI fare in base a ciò che le vigne sono in grado di darti e a come reagiscono alle condizioni climatiche estreme e allo stress idrico prolungato.

E allora non conti più tu, non conta più il tuo obiettivo enologico, che di certo hai e che hai maturato nel corso degli anni di esperienza in vigna e in cantina, ma contano loro, le vigne. Se sai ascoltarle, e se sai ascoltare l’uva, loro ti diranno che cosa sono in grado di darti ogni anno, nelle annate fresche e in quelle calde, perché è l’uva stessa che ti dice il vino che vuole diventare, il vino che è nata per essere.
Tu devi solo avere abbastanza pazienza, e abbastanza umiltà, e lavorare su te stessa abbastanza per maturare la sensibilità necessaria a metterti sempre in secondo piano, e per fare quello che la vigna vuole da te.

E’ solo facendo così, credo, che si realizza compiutamente la vocazione dell’agricoltore e del vignaiolo in particolare, il vignaiolo che prima di ogni cosa è il custode della terra, colui che ne sa interpretare il linguaggio e può fare da tramite fra la voce della terra e chiunque voglia ascoltarla.

 

Tags: vendemmia, vino siciliano, #SicilianWine, vendemmia in Sicilia, La Bambina, vendemmie calde, viticoltura arida, viticoltura eroica

ALBAMARINA IN BREVE

ALBAMARINA IN BREVE

Vitigno: Grillo, Vigne del Pozzo
Suolo: argilloso, fertile e profondo, ricco di minerali, quasi totale assenza di scheletro
Vigneto: impianto 2017, allevamento a controspalliera, Guyot
Vinificazione: macerazione sulle bucce per 4 giorni, imbottigliamento manuale in corso di fermentazione
Fermentazione alcolica: spontanea, con lieviti selvaggi; inizia in acciaio e si completa in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica
Fermentazione malolattica: spontanea, completamente svolta
Affinamento: in bottiglia sui sedimenti fino al momento della stappatura
Produzione media: circa 2.000 bottiglie/anno

Scarica la scheda tecnica

VINIFICAZIONE

Alba marina è un vino frizzante ottenuto secondo il metodo ancestrale.
Le uve sono coltivate in Tenuta Belicello secondo i principi dell'agricoltura biodinamica.

Il Grillo viene raccolto alla fine di Agosto, in anticipo rispetto alla piena maturazione, per preservare la sua naturale acidità e gli aromi più freschi ed intensi tipici del vitigno.
Dopo la vendemmia le uve sono portate in cantina, immediatamente diraspate ed avviate alla fermentazione spontanea in anfora. Le bucce rimangono a contatto con il mosto per circa 4 giorni. Dopo la pressatura soffice, il mosto continua a fermentare in acciaio ad una temperatura di circa 20-22 °C per un'altra settimana. 
Non appena raggiunti 9-12 grammi di zuccheri residui, il vino viene imbottigliato in coda di fermentazione, che termina in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica.

Per consentire lo svolgimento completo della fermentazione in bottiglia non vengono aggiunti solfiti né alcun altro additivo enologico.
Nessun controllo è ovviamente possibile dopo l'imbottigliamento: ogni bottiglia potrebbe essere diversa dalle altre, poiché ciascuna fermentazione termina per conto suo, e ciascuna bottiglia è, potenzialmente, una sorpresa :) 

ABBINAMENTI

Alba marina non è sboccato, quindi tutto il sedimento è presente in bottiglia.

Grazie alla fermentazione spontanea e all’affinamento sui lieviti, rivela un corredo aromatico intenso e molto particolare: ha un colore giallo dorato intenso, molto velato perché ancora sui suoi lieviti. La spuma è lieve, caratterizzata da bollicine molto piccole ma persistenti, dovute alla fermentazione avvenuta con metodo ancestrale. Il naso è fragrante, di frutta gialla ed erbe mediterranee, con un intenso finale di crosta di pane. La bocca è snella, morbida e sapida.

Si abbina con aperitivi e antipasti di pesce, crostacei e conchiglie crude, affettati e affumicati di mare.


TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8 - 10 °C
Lo si può bere "cloudy", ossia con i suoi lieviti, facendo attenzione a non agitare troppo la bottiglia e a lasciare sul fondo i residui più spessi, oppure si può procedere alla sboccatura se si preferisce un sapore più pulito e diretto. Per facilitare la sboccatura, la bottiglia va tenuta un paio di giorni in frigo, in posizione capovolta, per consentire ai sedimenti di raccogliersi nel collo della bottiglia.

 

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