Una stagione estiva altalenante ha caratterizzato la vendemmia 2015 a Menfi. Dopo il caldo feroce di metà luglio, le temperature agostane sono tornate su valori più normali, dando respiro a uomini e vigne.
Questa vendemmia è stata, per alcuni versi, tra le più difficili di quelle che ho fatto finora. Dopo i risultati spettacolari dell’anno scorso sono partita con un’ansia da prestazione molto pericolosa: perfettamente consapevole che ogni vendemmia è diversa, e che nulla è dato e molto poco è prevedibile, ma allo stesso tempo con grandi aspettative.
Quando il caldo terribile è iniziato, a metà luglio, mi è stato subito chiaro che bisognava lavorare in anticipo, ma il problema è sempre: quanto anticipo? Troppo anticipo significa magrezza, squilibrio, povertà di corpo e di naso; ma un giorno di ritardo può voler dire cuocere tutto.
Il mio mantra per tutta la vendemmia 2015 è stato quindi: selezione, selezione e ancora selezione.
Già al 15 di luglio lo Chardonnay ha iniziato a dare segnali di sofferenza: troppo caldo, che non ci ha dato tregua nemmeno la notte, troppo asciutto a causa del grecale e della tramontana persistenti. Per dare sollievo alle vigne, abbiamo iniziato un diradamento di emergenza nella vigna del Pozzo, per fare in modo che le viti riuscissero a portare a termine la maturazione almeno di una parte delle uve e siamo intervenuti con irrigazioni di soccorso [video]. Alla fine, la decisione è stata di vendemmiare il 27 luglio… e meno male! Quello che siamo riusciti a portare in cantina è di grandissima qualità: solo 28 quintali in un ettaro, ma veramente belli.
L’altro vigneto che abbiamo pesantemente diradato è stato quello del Petit Verdot. Qui le viti ai primi di agosto avevano addirittura iniziato ad abbandonare i frutti: camminavo tra i filari il lunedi con l’uva appena invaiata, e già il mercoledì la metà dei grappoli iniziava a disseccarsi. Abbiamo alleggerito la vigna di oltre il 60% della produzione, con un lavoro massacrante che è andato avanti per 4 giorni, a togliere tutti i grappoli secchi e quelli ancora troppo verdi per sperare potessero arrivare a maturazione, e tutte le foglie che appena sfioravano i grappoli superstiti per garantire il massimo dell’arieggiamento, e alla fine abbiamo ottenuto un risultato che è andato ogni oltre aspettativa: colore bellissimo, profumi espressivi, alcol nella norma (siamo a 13,45%), acidità integra…
Ancora non ci credo che, viste le premesse, la vendemmia abbia poi cambiato volto nel giro di pochi giorni.
Ed è per questo che, quando penso al lavoro che con santa pazienza e tanto sangue freddo abbiamo fatto nelle prime due settimane, mi vengono in mente le parole di Alessio (si proprio quell’Alessio lì), uno dei viticoltori più bravi di Menfi che da almeno trent’anni cammina le vigne in tutta la Sicilia, e che una sera che ci siamo incontrati in pizzeria a Porto Palo mi ha detto: non avere fretta, questa non è una vendemmia che si può avere fretta.
Contenuti extra
Un bel dialogo su Facebook dove ho ricevuto degli altri buoni consigli su diradamento e gestione della vigna.
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