Come nasce Ammàno, un vino speciale perché fatto interamente a mano e senza uso di tecnologie moderne, dall'uva all'etichetta.
Questo è un vino che quando ho pensato di farlo mi sono detta: anche se poi lo butto va bene lo stesso, tanto è una prova.
Una prova di testardaggine e di incoscienza, la prova di cui avevo bisogno per dimostrare a me stessa che ero capace a fare un vino così, anche se non ci credeva nessuno.
Quando ho detto a mia madre che avrei fatto un vino così, mi ha risposto: non ci credo che viene buono, non ci credo manco ammazzata.
Ho preso gli strumenti che mi ha lasciato mio padre: la vaschetta da 5 ettolitri dove ha fermentato i suoi primi vini, che avrebbe anche un coperchio da semprepieno che ormai non funziona più perché la gomma si è bucata e non esistono ricambi, quindi niente coperchio; il follatore di acciaio, che mi ci ha fatto i buchi perché sennò era troppo pesante e non riuscivo a rompere la vinaccia del cappello; il bastone con le catene per smuovere le fecce fini.
Mio padre, che era ingegnere e pensava che l’acciaio fosse l’unico materiale sicuro al 100%, perché lo puoi sanificare perfettamente e dura per sempre. Acciaio e cemento armato: i due materiali di cui è fatta la nostra cantina, che per me è lui che vive attraverso il tempo.
Ho rubato alla cucina lo scolapasta arancione, e alla lavanderia le bagnère per fare i travasi. Perché c’è una differenza tra un vino interamente artigianale e un vino che è di impostazione artigianale, ma poi viene lavorato utilizzando i macchinari. E questa differenza la fanno gli strumenti: l’artigiano costruisce i suoi strumenti in relazione a ciò che vuole realizzare, li plasma e li adatta al processo produttivo, e non viceversa. Per il resto, gli bastano le mani, che sono lo strumento più perfetto, flessibile, adattabile che esiste in natura.
Ho fatto un vino che alla fine si è fatto da solo, e continua a farsi in bottiglia giorno dopo giorno: un vino vivo, che cambia di continuo proprio perché vive, e non c’è niente da fare. E proprio in questo sta la sua bellezza, che ti può piacere oppure no, ma è lui che ti guida e ti dice dove vuole andare, e tu puoi solo cercare di capire.
Grazie Manuela Laiacona per lo splendido video.
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