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West Sicily Wine Blogger Tour 2013
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I lieviti indigeni spiegati ai blogger: un'esperienza di degustazione molto particolare, che ci ha dato risultati sorprendenti.

Amo i bloggers, e questa non è una novità. Li amo perché sono curiosi, informali, travolgenti. Amano quello che fanno, bevono volentieri e sorridono moltissimo.

Questa mattina un piccolo gruppo di bloggers ha visitato la nostra cantina, grazie alla perfetta organizzazione di Giampiero Nadali, Elisabetta Tosi e Valeria Carastro e al supporto – anche finanziario – dell’Istituto Regionale Vini e Oli della Regione Sicilia.
Nelle degustazioni, il nostro focus principale è stato comprendere l’influenza di diverse tipologie di lieviti sulla fermentazione delle uve.

Ho preparato tre campioni di Petit Verdot, vendemmiato martedì scorso. Il campione di confronto era semplice succo d’uva, tenuto in frigo per evitare l’ossidazione e minimizzare le variazioni di colore. Il secondo campione era il mosto inoculato con lieviti selezionati, mentre il terzo lo stesso mosto fermentato con i lieviti indigeni.

All’inizio della degustazione ci siamo posti due domande: c’è differenza tra lieviti selezionati e indigeni? E, se si, quale dei due rispetta di più le caratteristiche di partenza dell’uva?

Anche solo dopo pochi giorni dall’inizio della fermentazione, i due campioni sono apparsi molto diversi, sia nel colore che al gusto. Tutti ci siamo trovati d’accordo sul fatto che il campione fermentato con lieviti indigeni avesse maggiore struttura e più acidità rispetto a quello inoculato con lieviti selezionati. Era percettibile anche una nota amarognola, dovuta ad una maggiore estrazione tannica dal vinacciolo, mentre il campione fermentato con i lieviti selezionati mostrava una maggiore compostezza e una certa rotondità nel finale.

Tralasciando le preferenze individuali per l’uno o l’altro, è risultato evidente che il vino cambia enormemente, e che le differenze dipendono dal tipo di lievito usato nella fermentazione.

Ora, la mia personale domanda è: sentiamo davvero il bisogno di un altro vino rotondo, facile e morbido?

cover photo: courtesy @aristideblog

 

 

Tags: lieviti indigeni, fermentazione spontanea, vinificazione, Wine Blogger Tour

ALBAMARINA IN BREVE

ALBAMARINA IN BREVE

Vitigno: Grillo, Vigne del Pozzo
Suolo: argilloso, fertile e profondo, ricco di minerali, quasi totale assenza di scheletro
Vigneto: impianto 2017, allevamento a controspalliera, Guyot
Vinificazione: macerazione sulle bucce per 4 giorni, imbottigliamento manuale in corso di fermentazione
Fermentazione alcolica: spontanea, con lieviti selvaggi; inizia in acciaio e si completa in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica
Fermentazione malolattica: spontanea, completamente svolta
Affinamento: in bottiglia sui sedimenti fino al momento della stappatura
Produzione media: circa 2.000 bottiglie/anno

Scarica la scheda tecnica

VINIFICAZIONE

Alba marina è un vino frizzante ottenuto secondo il metodo ancestrale.
Le uve sono coltivate in Tenuta Belicello secondo i principi dell'agricoltura biodinamica.

Il Grillo viene raccolto alla fine di Agosto, in anticipo rispetto alla piena maturazione, per preservare la sua naturale acidità e gli aromi più freschi ed intensi tipici del vitigno.
Dopo la vendemmia le uve sono portate in cantina, immediatamente diraspate ed avviate alla fermentazione spontanea in anfora. Le bucce rimangono a contatto con il mosto per circa 4 giorni. Dopo la pressatura soffice, il mosto continua a fermentare in acciaio ad una temperatura di circa 20-22 °C per un'altra settimana. 
Non appena raggiunti 9-12 grammi di zuccheri residui, il vino viene imbottigliato in coda di fermentazione, che termina in bottiglia con la produzione naturale di anidride carbonica.

Per consentire lo svolgimento completo della fermentazione in bottiglia non vengono aggiunti solfiti né alcun altro additivo enologico.
Nessun controllo è ovviamente possibile dopo l'imbottigliamento: ogni bottiglia potrebbe essere diversa dalle altre, poiché ciascuna fermentazione termina per conto suo, e ciascuna bottiglia è, potenzialmente, una sorpresa :) 

ABBINAMENTI

Alba marina non è sboccato, quindi tutto il sedimento è presente in bottiglia.

Grazie alla fermentazione spontanea e all’affinamento sui lieviti, rivela un corredo aromatico intenso e molto particolare: ha un colore giallo dorato intenso, molto velato perché ancora sui suoi lieviti. La spuma è lieve, caratterizzata da bollicine molto piccole ma persistenti, dovute alla fermentazione avvenuta con metodo ancestrale. Il naso è fragrante, di frutta gialla ed erbe mediterranee, con un intenso finale di crosta di pane. La bocca è snella, morbida e sapida.

Si abbina con aperitivi e antipasti di pesce, crostacei e conchiglie crude, affettati e affumicati di mare.


TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8 - 10 °C
Lo si può bere "cloudy", ossia con i suoi lieviti, facendo attenzione a non agitare troppo la bottiglia e a lasciare sul fondo i residui più spessi, oppure si può procedere alla sboccatura se si preferisce un sapore più pulito e diretto. Per facilitare la sboccatura, la bottiglia va tenuta un paio di giorni in frigo, in posizione capovolta, per consentire ai sedimenti di raccogliersi nel collo della bottiglia.

 

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