Le parole della vigna | Potatura
- Letto 21868 volteCome facciamo la potatura: interamente a mano, per rispettare le viti e il loro potenziale produttivo.
Durante l’inverno il ciclo vegetativo della vite rallenta: i nostri anziani dicono che le piante “dormono”.
In questo periodo la linfa scorre più lentamente, consentendo alle viti di rigenerarsi dopo il ciclo produttivo estivo. Una pausa molto importante, che permetterà la successiva ripresa vegetativa in primavera.
Per noi, invece, questo è periodo di potatura: un’operazione lunga e meticolosa, effettuata manualmente dai nostri uomini più qualificati. Un lavoro antico, dove l’esperienza è fondamentale per comprendere il vigore e il portamento di ciascuna vite.
Dare la forma più appropriata ai rami e controllare il carico di gemme è, infatti, indispensabile per garantire l’ottimale sviluppo della vegetazione e l’equilibrio della capacità produttiva. La potatura è, inoltre, essenziale per la qualità delle uve, perché influenza l’andamento della maturazione dei grappoli e il processo di concentrazione delle componenti aromatiche.
In vigna adottiamo due differenti sistemi di potatura, che dipendono principalmente dalla varietà.
Le varietà autoctone sono potate “a pezzo e spalla”, il sistema tradizionale in uso a Menfi, molto simile al moderno Guyot, in cui la produzione delle uve avviene, ad anni alterni, una volta su un lato e la volta successiva sull'altro lato del ceppo. In questo modo, si prolunga l'età stessa del vigneto, limitando lo sfruttamento produttivo delle piante.
Le varietà internazionali, invece, sono allevate a spalliera e potate a cordone speronato, un sistema che consente un’ottimale gestione della chioma in tutte le varietà che hanno un portamento ascendente, come ad esempio lo Chardonnay o il Cabernet Sauvignon.
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