EASY MENFI

TIVITTI
LA BAMBINA
LUCORI
NOTRIX
RIVEDIBILE

TERROIR

Dietro le Case
Coste al Vento
Arèmi
FuoriZona
Microcosmo

FATTI A MANO

AMMANO
CIATU
ALBAMARINA
NINARE

TRADIZIONE

ALTRIMENTI
CODA DELLA FOCE
AZIMUT
LA VOTA
00segnaposto

TIVITTI

TIVITTI

INZOLIA MENFI DOC

Fresca come la brezza marina, l’Inzolia delle vigne giovani di Belicello è versatile, piacevole, dal sorso dinamico e appagante.

Fin dal suo colore paglierino brillante, il calice rimanda la luce intensa delle mattine siciliane; il bouquet si apre delicatamente su sentori di agrumi e fiori di mandorlo, per poi evolvere in note di pesca bianca ed erbe aromatiche.

La sua intensa sapidità al palato è resa armoniosa da una tessitura morbida e scorrevole e da un’acidità mai troppo invadente.

TIVITTI IN BREVE

TIVITTI IN BREVE

Vitigno: Inzolia piantata in Tenuta Belicello, Vigne in Costa
Suolo: argilloso-calcareo, ricco di scheletro, costituito da antichi fondali marini emersi in epoca pleistocenica
Vigneto: impianto 2007, allevamento a controspalliera, potatura a Guyot
Vinificazione: in bianco, con breve macerazione prefermentativa, in acciaio
Fermentazione alcolica: da pied-de-cuve di lieviti selvaggi
Fermentazione malolattica: spontanea, completamente svolta
Affinamento: per 2 mesi sulle fecce fini in acciaio
Produzione media: 14.000 bottiglie/anno

Scarica la scheda tecnica

L'INZOLIA

L'INZOLIA

L'Inzolia è un antichissimo vitigno autoctono siciliano, presente nel nostro territorio da più di 2.500 anni. Introdotta dai Greci durante le colonizzazioni dell’VIII secolo a.C., si è evoluta a partire dagli incroci tra le varietà portate dai coloni e alcune varietà indigene, che già venivano coltivate nella parte occidentale della Sicilia dalle popolazioni che la abitavano, Elimi e Sicani.

E’ un vitigno vigoroso, molto resistente alla siccità e agli ambienti salmastri: per queste sue caratteristiche, l’Inzolia è adatta ad essere coltivata lungo i litorali, dove sviluppa in maniera esemplare le proprie straordinarie capacità di adattamento. Non è un caso, infatti, che sia presente anche in Toscana, e raggiunge la sua massima espressività all’Isola del Giglio, in un terroir che ha caratteristiche molto simili a quello delle coste siciliane.

Per saperne di più sull'Inzolia

L’Inzolia di mare è infatti molto diversa da quella coltivata in collina: lungo la costa, nella stretta fascia di terra in cui è maggiore l’influenza della salsedine, l’Inzolia riesce ad assorbire il sale dall’aria e dal terreno e si arricchisce di una accentuata sapidità, che compensa la sua bassa acidità fissa.

A Menfi l'Inzolia è profondamente identitaria, ed appartiene al territorio da sempre: diversi esemplari di questo vitigno crescono spontaneamente e fruttificano persino sulla spiaggia, nati da seme e probabilmente prefillosserici.

LA VIGNA IN COSTA

LA VIGNA IN COSTA

La Tenuta Belicello ha le caratteristiche ideali per la coltivazione dell'Inzolia: si trova a circa 800 metri dal mare e, nella sua parte orientale, ha un suolo prevalentemente calcareo e ricco di scheletro, una struttura che consente alle radici di andare molto in profondità ed assorbire sali minerali ed oligoelementi.
La vigna nuova di Inzolia è stata piantata nel 2007, innestando su portinnesto selvatico le marze prelevate dalla vigna vecchia: un'attenta selezione massale che ha, da un lato, l'obiettivo di conservare il patrimonio genetico degli individui più belli e forti che presentano le migliori caratteristiche di resistenza, adattamento al terroir ed equilibrio produttivo e, dall'altro, quello di proteggere la complessità intra-varietale del vigneto.

Esposta ai venti meridionali ed occidentali che impediscono ristagni di umidità e proteggono dalle malattie fungine, la vigna gode quindi di un microclima molto particolare, influenzato profondamente dalla vicinanza al mare e dall'aria salmastra portata dallo scirocco.

VINIFICAZIONE

E' dunque grazie al sale marino che l'Inzolia di Menfi è così vibrante e gustosa, perché riesce ad assorbire il sale dall'aria e dal terreno, raggiungendo un equilibrio che la sensibilità e l'esperienza del vignaiolo devono proteggere ed esaltare, senza stravolgere.
Vendemmiare di notte o poco prima dell'alba, quando le uve sono turgide e croccanti, è il modo migliore per preservare queste particolari qualità; dell'Inzolia, evitando l'ossidazione del suo delicato corredo aromatico. Per questo motivo la mia più grande attenzione è che tutte le lavorazioni si svolgano rapidamente, soprattutto nelle fasi iniziali della diraspatura e della pressatura soffice, che deve essere tempestiva e molto delicata.

Dopo una breve macerazione pre-fermentativa, il mosto viene fatto decantare a bassa temperatura e fermenta in vasche di acciaio con lieviti indigeni che provengono da un pied-de-cuve preparato qualche giorno prima della vendemmia. Il vino viene poi affinato in acciaio sulle sue fecce fini, che vengono rimescolate ogni settimana con bâtonnages manuali per un periodo di circa 2 mesi.

ABBINAMENTI

Non c'è niente di meglio che abbinare un'Inzolia giovane con il pescato fresco del Mediterraneo: la frittura di gamberetti o le bavette ai frutti di mare sono i miei piatti preferiti, che giocano con la sapidità del vino senza coprire il sapore del mare.
Un altro abbinamento classico è con le verdure e gli ortaggi lessi, al forno o grigliati, magari conditi con un filo di olio extravergine e due gocce di limone, che possono costituire un antipasto gustoso e leggero o uno spuntino veloce di mezzogiorno.

Un suggerimento per i più audaci? Sicuramente l'insalata di arance con l'acciuga, un piatto della tradizione siciliana che sposa dolce, amaro e salato in un girotondo di contrasti assolutamente da provare.
La ricetta, facilissima da realizzare, la trovate qui.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8 - 10 °C
L'Inzolia va servita in calici classici da vino bianco, a temperatura fresca ma non gelata: raffreddare troppo la bottiglia non fa bene né al sapore, né al profumo del vino. Inoltre, utilizzare un abbattitore (o il freezer) può causare precipitazioni tartariche, che seppure non alterano le caratteristiche organolettiche del vino, tuttavia non sono piacevoli da vedere sul fondo del calice.
Se la bottiglia non è a temperatura usate piuttosto un secchiello, del ghiaccio, e un po' di pazienza.

Questo sito utilizza i cookies, anche di terze parti, per offrirti il miglior servizio possibile in base alle tue preferenze.
Nell’informativa estesa puoi prendere visione della nostra privacy policy e conoscere come disabilitare l’uso dei cookies; proseguendo nella navigazione accetti l’uso dei cookies.