La vigna del Microcosmo e il un matrimonio felice tra due splendide uve siciliane: Perricone e Nerello Mascalese.
E’ mattina presto. Il sole filtra appena, incastrato tra il dorso della collina e le nuvole gonfie di pioggia che incombono minacciose su questi giorni di vendemmia a Menfi. Uno strano clima di fine agosto, con temporali violenti e ravvicinati, sta rallentando la maturazione delle uve.
La nostra speranza è che smetta presto, e che ritorni il bel tempo a regalarci la certezza di una grande qualità, cosa che appariva scontata fino a qualche giorno fa.
Ci affrettiamo, quindi, nella vigna del Microcosmo, prima che arrivi la pioggia: siamo in sei a raccogliere mezzo ettaro, ce la dovremmo fare in quattro ore.
Il 90% delle viti è Perricone, una splendida varietà siciliana che purtroppo si sta rapidamente estinguendo. Fino agli anni ’60 era l’unica varietà a bacca rossa coltivata nella Sicilia occidentale; poi arrivò il mito del Nero d’Avola, supportato dalla critica enologica internazionale e da importanti investimenti, e il Perricone iniziò ad essere estirpato. Oggi, soltanto lo 0,3% del vigneto siciliano è impiantato a Perricone, e la maggior parte delle uve viene utilizzata come vino da taglio. Un vero peccato.
Le restanti piante sono Nerello Mascalese, una varietà etnea che si adatta molto bene al territorio di Menfi e che riesce a mitigare, con la sua delicatezza, il carattere un po’ scontroso del Perricone.
La vigna è mista, come usava un tempo, le piante vivono una accanto all’altra e si influenzano a vicenda, alla ricerca dell’equilibrio vegetativo e produttivo.
Sono innamorata di questa vigna, che considero come un’entità unica, un insieme di organismi in equilibrio. Da qui viene anche il nome del vino: Microcosmo, cioè un ecosistema complesso in cui piante, animali, insetti, terra, sole, acqua, erba e infinite tipologie di microorganismi vivono in competizione, ma anche in armonia tra di loro, si influenzano e ciascuno è indispensabile all’altro.
Le prime gocce di pioggia iniziano a cadere proprio mentre terminiamo di raccogliere, siamo stati fortunati. Le uve, portate immediatamente in cantina, sprigionano un intenso profumo di ribes e mela rossa.
Tutto sommato, credo che sarà una buona vendemmia.
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